Simbologia sacra: il mistero del femminino sacro racchiuso in un segno.
LA GRANDE MADRE e LA TRIPLICE CINTA
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| Giulietta Bandiera | Misteri
Uno dei simboli templari più famosi rappresenta la materia spirituale nella quale la materia bruta di cui è composto il mondo dovrà trasformarsi, per arrivare alla salvezza.
Protettori del Santo Sepolcro, i cavalieri templari erano anche monaci iniziati, custodi del cosiddetto “Cielo Terrestre”, nucleo segreto della tradizione esoterica, da cui derivano tutte le religioni, fondate sui medesimi principi tramandati attraverso il codice iconico. Tali misteri, velati dai miti della tradizione popolare, non potevano essere espressi esplicitamente, ma solamente comunicati attraverso rappresentazioni simboliche, allo scopo di celarne il significato agli occhi dei profani e degli eventuali profanatori. Il mito possiede, infatti, differenti livelli di interpretazione e uno dei più importanti è quello della Grande Madre, la dea dei mille nomi, la quale, nella tradizione popolare diviene la divinità personificante la Natura, madre di tutto ciò che vive, principio fecondo, guaritore e vitale per eccellenza.
Nella fantasia popolare le personificazioni del mito non si contano: Iside, Astarte, Cibele e Demetra, ne sono solo degli esempi, ma nel significato più squisitamente esoterico, la Grande Madre diviene il Principio Divino Femminile, o Materia Spirituale, creata per emanazione dall’Unità Primordiale, che informa a sua volta la materia del mondo.
Al mito della Grande Madre si legano, a loro volta, alcuni fenomeni tellurici, relativi alle correnti di energia della Terra, le quali favorirebbero alcune funzioni biologiche, emotive e spirituali dell’essere umano. Per identificare i luoghi dove tale energia è particolarmente concentrata, affinché li si possano utilizzare a scopo terapeutico, cerimoniale e misterico, sono stati usati nei secoli alcuni simboli legati appunto alla Grande Madre. Uno dei più famosi è la “Triplice Cinta”(nell’immagine seguente) che si ritrova infatti in molti siti templari.
Questo simbolo si riferisce a un luogo chiuso, relativo a uno degli appellativi della Vergine Maria come “orto conchiuso”. Le pareti di cinta rappresentano la riserva sacra del luogo la cui soglia può essere varcata solo dall’iniziato.
Il simbolo della Triplice Cinta indica l’iniziazione alla dottrina esoterica.
I tre quadrati concentrici corrispondono infatti i tre gradi iniziatici.
Nell’iniziazione pitagorica, ad esempio, i novizi dovevano percorrere appunto tre gradi di iniziazione: la Catarsi, che consisteva nell’assimilazione della teogonia attraverso la scienza dei numeri, la Perfezione, che implicava l’assimilazione della cosmogonia e della psicologia, e infine l’Epifania (“visione dall’alto”), che concerneva l’applicazione della dottrina nel mondo materiale.
Il quadrato centrale della Triplice cinta è invece l’emblema esoterico del Santuario dei Misteri.
I quattro segmenti che uniscono i punti mediani dei lati di ciascun quadrato, rappresentano infine i canali tramite cui la tradizione viene trasmessa.
L’iniziato viene dunque guidato, in questo percorso verso la Grande Madre, affinché entri in comunione con Madre Natura, entità vivente composta insieme di materia ed energia, da cui tutta la vita discende e a cui fa ritorno. Tale esperienza lo condurrà al risveglio interiore, nel quale egli vivrà la propria morte e la conseguente rinascita a se stesso, in uno stato di nuova e più alta consapevolezza.