Quello che mi ha stupito dell'I Ching e mi ha convinto ad approfondirne la conoscenza è il fatto che l’oracolo sembri funzionare contro ogni aspettativa razionale.
TERENCE MCKENNA E IL SEGRETO DEL TEMPO NASCOSTO NELL’I CHING
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| Giulietta Bandiera | Misteri
Guru della controcultura nordamericana e del movimento psichedelico, nato nel 1946 e scomparso nel 2000, il noto etnobotanico, naturalista e filosofo statunitense esperto di tradizioni sciamaniche e di allucinogeni, elaborò importanti teorie sull’evoluzione e una sulla natura del tempo basata sui frattali. Che egli scoprì grazie allo studio dell’antico oracolo cinese dell’I Ching.
“Quello che mi ha stupito dell'I Ching e mi ha convinto ad approfondirne la conoscenza - raccontò Terence McKenna in un’intervista del 1988[1] - è il fatto che l’oracolo sembri funzionare contro ogni aspettativa razionale.
Il rituale della consultazione sembra infatti fornire una lettura che è, di fatto, applicabile ad una situazione specifica sulla quale si interroga l’oracolo”.
Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista svizzero che è stato uno dei divulgatori dell’I Ching in Occidente, spiegava questo fenomeno chiamandolo “sincronicità”, convinto che esistesse una corrispondenza fra gli stati interiori – e psicologici – degli esseri umani e gli eventi esterni, che si verificano nella realtà fenomenica. Cosa che tutti possiamo sperimentare quando, per esempio, ci capita di ripensare a qualcuno dopo tanto tempo e quel qualcuno, magicamente, si rifà vivo con noi subito dopo.
“Jung era affascinato da questo genere di connessioni – continuò a raccontare McKenna al suo intervistatore – “Ma il mio approccio è diverso dal suo, in quanto avevo sempre osservato i sistemi divinatori in precedenza, convinto che si trattasse di artefatti della cultura e di produzioni in gran parte arbitrarie della mente umana.
Lo studio dell'I Ching invece mi ha condotto a concludere che gli antichi cinesi avevano prodotto una teoria sul tempo che era in effetti oggettivamente possibile correlare con la nostra esperienza, una teoria del tempo molto più vicina, per altro, a quella di un fisico, che a quella di uno sciamano”.
Forte di questa scoperta, McKenna aveva quindi creato addirittura un software denominato Timewave Zero, per formalizzare la nozione di Tao[2] e giungere a uno studio approfondito della matematica, inerente proprio la struttura delle sequenze dell'I Ching.
“Sono convinto – aggiunse McKenna - che il sistema che sta alla base dell’I Ching è stato costruito da menti paragonabili a quelle dei matematici moderni, che già millenni or sono conoscevano il concetto di onda sviluppato dalla scienza ufficiale solo negli ultimi 150 anni. Mi riferisco alla stessa onda che viene vissuta dagli esseri umani come tempo e storia”.
Gli antichi pensatori cinesi non guardavano al mondo della materia, dell'energia e dello spazio, bensì al mondo del tempo, svolgendo un'analisi rigorosa della propria percezione e scoprendo che il tempo è in realtà composto di elementi.
Gli esagrammi dell’I Ching sono appunto gli elementi della fisica cinese del tempo.
Ciò che i essi scoprirono intorno al 3000 a.C. era, in altri termini, la natura frattale del tempo e che le medesime regole degli elementi temporali che governavano l'ascesa e la caduta delle dinastie, governavano anche l'ascesa e la caduta delle relazioni amorose e degli stati d'animo umani.
“Capirono – sottolineava McKenna “che i diversi elementi temporali stavano creando fra loro, in un certo senso, schemi di interferenza, nello stesso modo in cui i toni emessi da una tastiera, creano una melodia interferendo reciprocamente gli uni con gli altri”.
Lo studioso si riferiva all'allegoria, sebbene essa non fosse mai stata presa troppo sul serio dalla scienza, laddove il ragionamento analogico era invece tipico dell’antica mentalità cinese, per la quale tutto era causato dalle risonanze analogiche con eventi passati e futuri.
“Non è possibile conoscere il futuro – dedusse McKenna – Ma ciò che è possibile sapere sul futuro sono i livelli di novità che gli stati futuri soddisferanno a causa di eventi imprevedibili. Come dire che sappiamo dove va la strada, ma non sappiamo come sia lo scenario".
Ma vi era un’altra cosa che rendeva l'I Ching ancora più interessante agli occhi del noto ricercatore – ed era l’analogia esatta fra quest’ultimo e il meccanismo del DNA.
“Vi sono 64 codoni che codificano gli amminoacidi nel DNA – spiegava - come vi sono 64 esagrammi nell’I Ching. E 8 sono nell’oracolo gli esagrammi primari, come 8 sono pure gli amminoacidi indispensabili”.
Ciò lo convinse che, davvero, l'I Ching rifletteva la matrice biologica da cui era emersa la coscienza, anche perché, a suo avviso, le tecniche yogiche e meditative per "calmare il cuore", nelle quali la respirazione viene ridotta al minimo e tutti gli input esterni vengono sospesi, avessero favorito i saggi cinesi, permettendo loro di notare un flusso al centro della quiete, che essi chiamavano appunto “Tao” e che si sarebbero poi sforzati di descrivere fenomenologicamente - senza sapere se si trattasse di fisica, di organismo, o di divinità.
“Essi semplicemente hanno fornito una descrizione del flusso trascendentale che hanno incontrato negli stati di profonda estasi yogica – spiegò McKenna – che è la tecnica perfetta per studiare il tempo. Il tempo non lo comprendi costruendo macchine che costano trilioni di dollari. Il tempo è un fenomeno da studiare partecipando a cene, intrecciando relazioni amorose, o contemplando il trascorrere delle stagioni, attività certamente più adatte al saggio taoista, che al ricercatore in camice bianco, che professa la moderna religione della scienza”.
L’osservatorio migliore da cui scrutare il tempo è di fatto quello puntato verso l’interno di noi, all’interno del nostro corpo, della nostra psiche e della nostra anima.
E l'I Ching, in quanto antico sistema divinatorio, che riflette altresì le dinamiche del nostro materiale genetico, può essere usato anche per tenere traccia del tempo, ma soprattutto per comprendere la nostra unità con il mondo.
“Il punto centrale - sottolineò McKenna concludendo l’intervista - è che la mente nasce dalla materia. Questo è il motivo per cui l'I Ching funziona in entrambi i mondi; giacché uno è il riflesso dell'altro. E la chiave per sanare l'apparente dualismo (fra realtà interiore e mondo esterno) sta nello studio della meccanica temporale indicata dall'I Ching”.
[1] A cura di Jeoffrey Mishlove per la Thinking Allowed Production
[2] La cosiddetta “Via” (o “Sentiero”) del pensiero cinese.