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Incontro con la più grande mistica italiana vivente

Sono venuta per indicarvi la via della felicità sulla terra.
Prime parole di Maria ad Angela, 4 giugno 1947

ANGELA VOLPINI: LA FELICITA’ SULLA TERRA? ESSERE NOI STESSI E AMARE

  • | Giulietta Bandiera | Interviste

Dai sette ai sedici anni, nel Dopoguerra, è stata testimone di ben ottanta apparizioni della Madre Divina, che le si è mostrata come una persona reale. Oggi, a ottant’anni diffonde il messaggio di gioia e di speranza che ha ricevuto durante le sue estasi; un messaggio rivolto all’uomo nuovo, libero dalla paura e artefice del proprio destino.

Sono venuta per indicarvi la via della felicità sulla terra.
(Prime parole di Maria ad Angela, 4 giugno 1947)

Quella che è considerata da molti la più grande mistica italiana, è in realtà una laica e vive una vita di grande semplicità sulle colline di Casanova Staffora, nell’Oltrepò pavese, dove è nata e cresciuta. Moglie e madre di un figlio ormai adulto, Angela è anche l’anima della Fondazione Nova Cana, luogo di confronto e dialogo, nata per diffondere la sua visione dell’uomo e di Dio.

Una visione che la folgorò all’età di sette anni, quando ebbe un’esperienza straordinaria e in cui divino e umano si fusero davanti ai suoi occhi, facendole sperimentare la più alta forma d’amore immaginabile.

Angela, la Vergine ti è apparsa ottanta volte negli anni fra il 1947 e il 1956, lasciandoti un messaggio pieno di gioia e di speranza, ben diverso da quello trasmesso da tanti altri veggenti della storia. Perché questa esperienza è toccata proprio a te? 

Non so, forse perché mi sono aperta al mistero di questa esperienza, anche se all’epoca ero soltanto una bambina, slanciandomi senza alcuna paura in questa esperienza. È stata una libera scelta, da parte mia, un vero atto di volontà. In casi simili infatti, molti potrebbero chiudersi nella paura. Io invece mi sono aperta a ciò che mi si manifestava e da quel momento è cominciata una comunicazione molto profonda con Maria.

Chi è Maria?

La Donna per eccellenza, l’essere umano realizzato, ovvero ciò che tutti possiamo diventare se evolviamo e manifestiamo la nostra natura originaria, che è umano-divina.

Qual è fra i messaggi che hai ricevuto dalla Vergine, quello che oggi, secondo te, è il più attuale?

Senz’altro quello che riguarda la bontà fondamentale dell’essere umano. Una bontà che se osserviamo la realtà sembra essere smentita di continuo. Ma la fede serve proprio ad andare oltre le apparenze e a guardare la realtà con altri occhi, cercando quello che di buono contiene. Noi invece siamo portati a credere più a un Dio che non vediamo, che all’essere umano che ci sta davanti.

E questo è improprio?

Dio è rassicurante. La gente pensa che, se esiste, deve per forza essere buono e giusto. Ma questa fede dovrebbe averla anche nell’essere umano, dandogli una possibilità e scommettendo nella sua bontà essenziale.

Ma come si fa, se vediamo gli esseri umani macchiarsi dei crimini più efferati e spesso scegliere deliberatamente di distruggere e fare male?

L’uomo è libero, anche di scegliere il male, certamente, e purtroppo spesso lo fa, ma ciò nonostante bisognerebbe sforzarsi di credere che egli conservi questo nucleo virginale di bontà che aveva da bambino, perché se riusciamo a connetterci con quel nucleo, che è in ciascuno di noi, allora è possibile che riusciamo a tirar fuori le sue infinite possibilità. E anche le nostre.

Torniamo a quel 4 giugno del 1947 quando la tua prima visione ti cambiò per sempre. Che cosa accadde esattamente?

Io mi trovavo al pascolo con le mucche e stavo raccogliendo dei mazzetti di fiori con alcuni miei amichetti, seduta per terra, quando ho sentito qualcuno prendermi in braccio, da dietro la schiena e baciarmi i capelli. Mi sono girata per vedere chi fosse e ho visto il volto sconosciuto di una donna dolcissima, che mi ha subito incantata e del cui corpo sentivo il contatto fisico. 

La potresti descrivere?

Era bellissima, con la carnagione chiara, ma coi capelli e gli occhi scuri. Aveva l’aspetto di una donna fatta, sui trenta, trentacinque anni, nella pienezza della sua femminilità. 

Ti ha parlato?

Inizialmente ricordo di aver provato solo una grande gioia, ma subito dopo è iniziata fra noi una comunicazione interiore, in cui lei mi ha fatto capire appunto che era “l’umanità realizzata”, ciò che io stessa e qualunque altro essere umano avremmo potuto diventare, se lo avessimo scelto.

Poi mi ha rimessa a terra e mi ha parlato con voce umana, dicendo: “Sono venuta ad insegnarvi la via della felicità sulla terra”.

Come facevi a sette anni a comprendere un concetto del genere?

Durante l’estasi la mia capacità di comprensione si era completamente spalancata.

La Madonna appare spesso ai bambini. È per via della loro innocenza? 

No, perché agli occhi di Dio tutti siamo innocenti. Ma spesso esperienze simili sono riservate ai bambini, perché non hanno filtri e hanno meno pudore a parlarne. 

Come spieghi che ad altri veggenti la Madonna ha comunicato messaggi ben diversi, fondati sul pentimento e sull’espiazione dei peccati?

Ognuno è portatore del messaggio che sceglie egli stesso di testimoniare nella propria vita. Perché il messaggio è la cosa più importante. Io ho scelto di testimoniare la possibilità di essere felici proprio qui e ora, su questa Terra.

Ma come si raggiunge questa felicità di cui ti sei fatta testimone?

Occorrere essere sé stessi fino in fondo e poi scegliere di amare, proprio come ha fatto Maria. Due cose possibili a tutti, se appunto fanno una precisa scelta in direzione della loro pienezza. 

Le apparizioni si sono susseguite dai tuoi sette ai tuoi sedici anni. Con che frequenza ti si presentava Maria?

La vedevo ogni 4 del mese, sempre alle 2 del pomeriggio, ma credo che abbia continuato a ritornare soltanto perché non potevo condividere quell’esperienza con nessun altro, visto che nessuno la comprendeva, né avevo modo di dimostrarla. Lo ha fatto, cioè, per darmi il tempo di crescere. 

Quanto duravano le estasi? 

Dai dieci ai quaranta minuti, circa, a seconda delle volte.

E che cosa provavi mentre avvenivano? 

Ciò che contemplavo mi rapiva totalmente, facendomi perdere il contatto con qualsiasi altra cosa intorno a me. Gustavo tutto ciò che vivevo con tutti i miei sensi, al massimo delle mie possibilità. 

Come molti altri veggenti, all’epoca tu fosti sottoposta anche a test piuttosto duri e difficili, per provare la tua buona fede… 

A sette anni venni isolata per quaranta giorni e tenuta lontana perfino dai miei genitori e subii un’infinità di interrogatori e di tentativi di lavaggio del cervello. Venivo svegliata mentre dormivo, appositamente per farmi perdere la nozione del tempo e verificare che le apparizioni avvenissero ugualmente con la stessa frequenza e alla stessa. Cosa che si verificava regolarmente, ovunque mi trovassi. 

Chi ti sottopose a queste torture?

I tribunali ecclesiastici e quelli civili, fatti di religiosi, medici e psicologi, poiché la mia vicenda era diventata all’epoca anche un fatto anche politico, mio malgrado. Pensavano che fossi manipolata dalla Democrazia Cristiana per vincere le elezioni (ride).

Nella tua vita adulta invece, quali sono stati gli aspetti più difficili dell’essere quella che sei?

Non ho avuto una vita molto facile; sono stata sovente screditata, non creduta, presa per pazza, anche perché il messaggio di cui sono portatrice è al di là delle religioni ed è un messaggio profondamente umano, soprattutto. Ecco perché la cosa che più mi fa soffrire è costatare l’immagine meschina che tuttora l’essere umano ha di Dio e di sé stesso. 

Sono avvenuti anche dei miracoli durante le apparizioni? 

Sì, si sono verificate delle guarigioni spontanee di bambini sordomuti e perfino di un lupus, che è una malattia gravissima che divora i tessuti. Pare che un naso semidistrutto si sia ricostruito in tempo reale. Ma io, quand’ero in estasi, non assistevo direttamente questi fenomeni.

Me li raccontavano dopo. 

E oggi i miracoli accadono ancora?

Tanta gente viene a dirmi di avere ricevuto delle grazie, anche se su questo non mi piace fare tanta pubblicità, perché i miracoli non sono certo io a farli, ma possiamo farli tutti, tramite l’aiuto di Maria. 

La chiesa ti riconosce? 

Ufficialmente no, ma sono stata presa abbastanza sul serio e studiata come caso al Concilio Vaticano II. Il vescovo della mia zona ha acconsentito inoltre che venisse costruita una chiesa vicino al luogo delle apparizioni, che è tuttora aperta al culto. 

Tu hai una tua famiglia, vale a dire un marito e un figlio. Come hai conciliato il tuo misticismo con questa scelta di vita laica?

Perché è proprio la vita la più alta forma di misticismo! 

Hai mai sentito nostalgia delle apparizioni? 

La sento da sempre. Quando si sono concluse avevo sedici anni e il primo periodo è stato veramente doloroso per me. Ma anche in seguito mi è mancato soprattutto il rapporto che avevo con Maria e che non ho mai più avuto con nessun altro. Era una connessione profonda di tutto il mio essere con il suo: corpo, mente e spirito. Tuttavia era giusto che da un certo momento in avanti facessi a meno della “sua” presenza, perché il rapporto con il Divino è un rapporto d’amore e quindi non è mai vincolante, anzi, ci radica più profondamente nella nostra libertà. 

Non hai mai più visto Maria da allora? Magari in sogno… 

No. Ma anche se l’avessi sognata, sarebbe stato molto diverso, perché per me Lei era una persona concreta. In carne ed ossa.

Oggi che tipo di rapporto hai con la Vergine? La preghi?

Diciamo che mi affido. Questo è il mio modo di pregare.  

(Per informazioni su Angela Volpini: www.angelavolpini.it)